Cosa dovrebbe essere realmente la libera professione Infermieristica (ma non solo).

In questo articolo voglio condividere riflessioni sulla libera professione, un concetto che, sebbene qui trattato nell'ambito dell'infermieristica, è applicabile a molte altre professioni come geometri, architetti, medici, farmacisti e così via. La trasversalità di questa modalità lavorativa permette di trarre insegnamenti preziosi osservando dove la figura del libero professionista è vincente, per poi applicare tali principi anche nel nostro settore infermieristico.

Negli ultimi anni, il panorama lavorativo italiano ha visto un aumento delle cosiddette "finte partite IVA", un fenomeno che ha coinvolto in modo esponenziale anche il settore infermieristico. Fino al 2019, gli infermieri che lavoravano con partita IVA erano relativamente pochi e spesso guardati dall'alto in basso dai colleghi con contratti a tempo indeterminato, soprattutto nel settore pubblico. Tuttavia, da qualche anno a questa parte, la tendenza è cambiata: sempre più infermieri scelgono la partita IVA, poiché sembra essere diventata l'unica via per guadagnare qualcosa in più o per gestire meglio il proprio tempo, talvolta purtroppo solo per poter lavorare.

Questa situazione, lungi dall'essere positiva, snatura la libera professione, con conseguenze negative sia per il singolo professionista che per l'intera categoria. È quindi importante fare chiarezza su cosa significhi realmente essere un libero professionista e su come poter esercitare questa modalità lavorativa in modo corretto ed efficace.

I Modelli di Libera Professione

Ci sono vari modi di interpretare la libera professione, che spaziano dal più errato ma purtroppo comune al più corretto, sia dal punto di vista deontologico che operativo.

Il Modello Più Sbagliato

Nel modello più errato, il professionista lavora di fatto come un dipendente, ma senza le tutele di un contratto stabile. Questo significa che, per guadagnare qualcosa in più, si accettano turni e orari decisi dalla struttura, fatturando alla fine del mese le ore lavorate. In questo modo, si perdono le garanzie tipiche del lavoro subordinato, come ferie, malattie e sicurezza di continuità lavorativa. Questa situazione, lungi dall'essere vantaggiosa, penalizza fortemente il lavoratore, che si trova in una condizione di dipendenza senza alcuna protezione.

La Situazione Intermedia

Un passo avanti rispetto al modello precedente è la situazione in cui il professionista è libero di decidere i propri turni, ma continua a lavorare seguendo le procedure e le tempistiche imposte dalla struttura. In questo caso, si ha un certo controllo sul proprio tempo, ma non sul proprio lavoro. È una situazione intermedia che molti, me compreso, affrontano all'inizio della libera professione.

La Vera Libera Professione

La vera libera professione si realizza quando il professionista non solo decide i propri orari, ma anche il programma e le modalità di lavoro, coltivando un proprio parco clienti/utenti. Io, ad esempio, ho iniziato dedicando molte notti alle collaborazioni con le strutture per poi lavorare con i miei clienti privati durante il giorno. Questo modello rappresenta l'essenza della libera professione: avere la libertà di scegliere, di gestire il proprio tempo e di offrire servizi personalizzati ai propri clienti.

Conclusioni

Essere un libero professionista significa molto più che lavorare senza un contratto a tempo indeterminato. Significa avere il controllo sul proprio lavoro, sui propri orari e sulle modalità operative. Solo tenendo ben chiaro questo concetto possiamo costruire un futuro professionale fuori dai regimi di dipendenza, un futuro che, sebbene vada benissimo per alcuni, è assolutamente incompatibile per altri, come me.

L'obiettivo è quello di raggiungere una vera libertà professionale, lavorando per migliorare e per offrire sempre il meglio ai nostri clienti, mantenendo sempre al centro la deontologia e la passione per la nostra professione.