
Perché l'Ente Ci Paga Poco?
Lasciando da parte per un momento le motivazioni legate allo scarso valore attribuito all'infermieristica in generale, voglio concentrarmi sulle ragioni per cui molti di noi trovano difficoltà a ottenere una retribuzione adeguata da parte di alcune strutture o enti. Questo problema è strettamente collegato alle modalità di intendere la libera professione infermieristica, espresse nell'articolo sulla "...libera professione Infermieristica..." , che vi consiglio di leggere prima di continuare con questo articolo.
La motivazione principale risiede nel fatto che ci stiamo proponendo o stiamo lavorando in un ruolo che non dovrebbe essere occupato da un libero professionista con partita IVA, ma da un dipendente. Questa problematica non riguarda solo gli orari o l'organizzazione a cui dobbiamo attenerci, ma anche le attività stesse che dobbiamo svolgere. Siamo tutti consapevoli che l'infermieristica dovrebbe essere maggiormente valorizzata, ma purtroppo non lo è, e a volte questo è colpa degli stessi infermieri che accettano compensi bassi e "prendono il posto" di professionisti più meritevoli che magari hanno tariffari più elevati. È assolutamente normale per un'azienda cercare chi svolge le stesse mansioni a un prezzo inferiore.
La Struttura del Lavoro Standardizzato
In ogni reparto, servizio o organizzazione, le attività sono prestabilite e ben codificate. Ad esempio: ore 7 terapia, ore 10 visite, ore 13 consegne... L'azienda valuta chi esegue queste attività con il miglior rapporto costi/benefici possibile a suo vantaggio, e la nostra bravura individuale ha un peso molto limitato in questo contesto. Supponiamo di essere esperti nella cura delle lesioni, ma se la committenza non è interessata a tale competenza, questa rimane inutilizzata, perché l'azienda si interessa solo che alle ore 7 sia somministrata la terapia, alle 10 siano effettuate le visite e così via.
Il Paradosso del Libero Professionista
Pensateci, perché un'azienda dovrebbe pagare di più per qualcosa che qualcun altro fa in modo sufficientemente adeguato? Ecco che si ritorna al concetto di "finta libera professione", dove non possiamo esprimere appieno la nostra bravura perché lo standard lavorativo non lo prevede, anzi. Io, per anni, ho lavorato come coordinatore e, per standardizzare il modus operandi, spesso è necessario sacrificare le eccellenze. Questo è normale in una vera azienda.
L'importanza della Differenziazione
Noi, come liberi professionisti, dobbiamo quindi portare servizi diversi, che non si possano confondere con quelli offerti dai dipendenti. La vera forza della libera professione sta nella capacità di offrire qualcosa di unico e di valore, che non può essere replicato da un dipendente standard. Questo significa che dobbiamo puntare su specializzazioni e competenze specifiche che rispondano a esigenze particolari dei nostri clienti.
Ad esempio, se siamo esperti nella gestione di patologie croniche o nella riabilitazione post-operatoria, dobbiamo farlo sapere ai nostri potenziali clienti e strutture, offrendo servizi personalizzati che vadano oltre le semplici mansioni di routine. Questo approccio ci permette di differenziarci e di giustificare un compenso più elevato, perché stiamo offrendo un valore aggiunto che un dipendente standard non può fornire.
Conclusioni
Per ottenere una retribuzione adeguata, dobbiamo uscire dal paradigma della "finta libera professione" e abbracciare una visione in cui siamo veri imprenditori di noi stessi, in grado di offrire servizi di alta qualità e personalizzati. Solo in questo modo possiamo far valere appieno le nostre competenze e ottenere il giusto riconoscimento economico per il nostro lavoro.